UGO GREGORETTI, maestro del cinema, racconta il terremoto del 1908
Il Pentedattilo film festival in tre appuntamenti incontra il maestro Ugo Gregoretti per creare un punto di confronto tra grandi maestri del cinema e nuovi cineasti e nello specifico ci si soffermerà su una storia vicina al territorio di appartenza: il terremoto del 1908 di cui Ugo Gregoretti ha narrato cinematograficamente un episodio, “Lungo le rive della morte”, che fa parte del lungometraggio “Scossa”.
SPECIAL SCREENING
.VIDEO TESTIMONIANZA CON UGO GREGORETTI sull’episodio “Lungo le Rive della Morte” tratto dal film “Scossa”.
Realizzazione video di Tino Franco, Italia 30’
Sinossi: Partendo dall’idea di raccontare il dramma del terremoto come una “diretta” dai luoghi della catastrofe del 1908, Ugo Gregoretti ci accompagna nel processo creativo e nel lavoro di messa in scena per realizzare il cortometraggio “Lungo le Rive della Morte”. Alla fine Gregoretti ci suggerisce una lettura attuale del dramma, un parallelo tra la diaspora dei tanti sopravvissuti calabresi al terremoto che furono costretti a lasciare la loro terra per cercare un futuro nel Nord Italia come l’esodo dei tanti profughi e dei migranti che oggi attraversano il Mediterraneo con la speranza di una vita migliore.
Testimonianza raccolta da Tino
Franco
Cinematografia Filippo
Genovese
Montaggio Daniele
Scardecchia
Realizzato da Nel
Blu Studios
.LUNGO LE RIVE DELLA MORTE di Ugo Gregoretti episodio tratto dal film Scossa – Italia 30’
Sinossi: "Lungo le Rive della Morte” è forse il primo reportage del poeta e romanziere Giovanni Cena, inviato della rivista “La Nuova Antologia" sulle coste calabresi in occasione del tragico terremoto del 1908 che distrusse non solo Messina, ma anche Reggio Calabria. La mattina dopo il terremoto lo scrittore prese subito un treno e in dieci giorni esplorò la costa ionica documentando il dramma quasi “in diretta”, raccogliendo testimonianze “dal vivo" tra le macerie ancora fumanti, intervistando i testimoni Cena anticipò le modalità del giornalismo contemporaneo realizzando quello che oggi, in gergo televisivo, chiamiamo “un servizio giornalistico di attualità”. Gregoretti mette in scena la cronaca di Giovanni Cena come fosse un servizio televisivo del 1908.
Scritto e diretto da Ugo
Gregoretti
Con Paolo Briguglia nel ruolo di Giovanni Cena
Cinematografia Felice
De Maria
Suono Luca Bertolin
Scenografia Marco
Dentici
Montaggio Giuseppe
Pagano
Musiche Lucio
Gregoretti
Prodotto da Arturo
Paglia
.UGO & FRANCESCO di Tino Franco, Italia 4’ Con Ugo Gregoretti e Francesco Ramon
Cinematografia Filippo Genovese
Suono Ignazio
Vellucci
Realizzato da Nel
Blu Studios
Sinossi: Francesco Ramon, giovane aspirante filmmaker, va in pellegrinaggio a casa del diversamente giovane Ugo Gregoretti.
Il giovane Gregoretti è stato testimone dei grandi cambiamenti della prima parte del ‘900: dal fascismo, passando per la lotta partigiana, alla nascita della Repubblica. Nella seconda metà del ‘900 Gregoretti si è affermato con i suoi “servizi per la RAI” in quanto sagace intellettuale pronto a mostrare un’Italia ancora in bilico tra voglia di modernità e pesante arretratezza. Dopo aver esordito sul piccolo schermo con il documentario "La Sicilia del Gattopardo" (1960), con cui vinse il Prix Italia, si affermò quale arguto e ironico osservatore di costume con i suoi successivi lavori televisivi da “Controfagotto" 1961, a "Il Circolo Pickwick" 1968, dalle serie parodistiche Romanzo popolare italiano, 1975, e Uova fatali, 1977, all'omaggio a Zavattini scrittore, 1982, dall'inchiesta Sottotraccia, 1991, dedicata all'Italia “minore” e seminascosta, alle Lezioni di design, trasmissione che presentava oggetti notevoli di design ed i relativi autori e che fu insignita nel 2001 del Premio Compasso d'oro, mentre tra le sue opere cinematografiche si segnalano I nuovi angeli (1962), film-inchiesta sui giovani, l'apologo fantascientifico Omicron (1963), i due documentari Apollon, una fabbrica occupata (1969) e Contratto (1971) e l'autobiografico Maggio musicale (1990).
Dal 1980 al 1989 ha diretto la Rassegna Benevento Città-Spettacolo, e dal 1985 al 1989 il Teatro Stabile di Torino. Si è misurato anche come regista lirico, mettendo in scena tra l'altro una memorabile edizione de L'italiana in Algeri (1976), mentre nel 1998 ha messo in scena Purgatorio 98, una versione rivisitata del Purgatorio di Dante, contenente elementi di contaminazione come l'uso del dialetto napoletano.
All’inizio del nuovo millennio Gregoretti è ancora attivo e mostra il suo essere autore “scomodo”, inclassificabile, in grado di esplorare il mezzo audiovisivo a 360°. Una voce fuori dal coro, uno sperimentatore di linguaggi che passa, primo di una lunga schiera, della regia televisiva a quella cinematografica, senza mai rinunciare a fare grande cinema e grande televisione.